Dodici monumenti dislocati sul confine orientale per ricordare le due guerre mondiali, progettati e costruiti nell'arco di 80 anni. Architetture volute per rimanere nel tempo, per tramandare ai
posteri la memoria della guerra e per modellare l'identità dei popoli. Ma le memorie, anche se scolpite nel granito più duro, non sono né stabili né oggettive, variano e dipendono dal contesto,
dai rapporti di potere, dalle relazioni sociali, dai regimi politici, dalle ideologie. Sono soggette a oblii oppure vengono gonfiate. Il libro ricostruisce le vicende progettuali di ogni singola
opera, per risalire ai significati originari proposti da queste macchine della memoria. Dodici monumenti come stanze allineate lungo un secolo, che narrano altrettante storie diverse di un
passato riscritto nella pietra.
Uno dei monumenti descritti a cura di Massimo De Sabbata è il sacrario memoriale dei caduti jugoslavi a Gonars.